Autonomia differenziata: incontri in Sicilia e a Milazzo, “rischia di spaccare l'Italia”

Autonomia differenziata.  Fico e Di Paola (M5S), sei incontri in Sicilia, domenica e lunedì, per parlare di autonomia differenziata “che rischia di spaccare l'Italia” 20/04/2024 - Sei incontri in appena due giorni per parlare di autonomia differenziata, “la riforma scellerata che rischia di spaccare l'Italia”. È il mini tour che l'ex presidente della Camera Roberto Fico, farà in Sicilia domenica 21 e lunedì 22 aprile prossimi assieme al coordinatore regionale M5S per la Sicilia, Nuccio Di Paola, per illustrare i contraccolpi del ddl Calderoli. "L'autonomia differenziata - dice Fico - sarebbe uno schiaffo insopportabile al Sud, aumenterebbe i divari che già esistono e danneggerebbe la struttura istituzionale del Paese. E' un disegno scellerato che mira a spaccare l'Italia. In questi mesi sto girando l'Italia per parlare dei rischi dell'autonomia voluta da Calderoli ed è importante parlarne anche in Sicilia". “Di questa riforma che rischia avere

ZONE ECONOMICHE SPECIALI (ZES). DUE I CRITERI: POPOLAZIONE ED ESTENSIONE TERRITORIALE DELLE REGIONI INTERESSATE

Roma, 06/12/2017 - La Conferenza delle Regioni ha espresso un parere con raccomandazioni in merito allo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sull’istituzione di zone economiche speciali (ZES). La Conferenza ha accolto e approvato proposte migliorative del testo presentato dal Governo al fine di attuare le misure per lo sviluppo industriale. Ogni singola proposta di ZES avrà un proprio Piano Strategico per consentire alle imprese già esistenti ed alle nuove che si insedieranno, l'avvio del programma di investimenti. Le proposte, in base a quanto prevede il DPCM, potranno essere formulate dalle Regioni interessate dal provvedimento: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Nel rispetto della norma vigente, che vincola l'istituzione della Zes alla presenza di una infrastruttura portuale classificata TEN-T, è stato proposto e ottenuto di inserire nel DPCM che "la Zes sia di norma composta da territori quali aree portuali, retroportuali, anche di carattere produttivo ed aeroportuali. Abbiamo anche proposto e ottenuto che la superficie da destinare ad ogni Zes sia determinata da due criteri: popolazione ed estensione territoriale delle singole regioni interessate, modificando cosi la proposta iniziale che prevedeva il solo criterio della densità di popolazione”.

Le Zone Economiche Speciali vanno intese "come aree geograficamente limitate e chiaramente identificate, nelle quali le imprese potranno beneficiare di speciali condizioni per gli investimenti e per lo sviluppo territoriale (credito d'imposta per investimenti fino a 50 milioni di euro e semplificazioni amministrative per favorire gli investimenti). Potranno così ricoprire un ruolo centrale nel processo di ripresa delle economie del Mezzogiorno, attraverso un rafforzamento della rete portuale presente nelle regioni meridionali”.

Sulla base delle esperienze internazionali e nazionali, "sono state previste misure incentivanti per investimenti strategici in grado di attrarre grandi imprese nazionali e multinazionali nelle aree portuali e retro-portuali del Mezzogiorno, aumentare il livello di occupazione, incrementare l'attrattività nelle regioni interessate, creare nuovi modelli di produzione e diversificazione economica".




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