Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

MORTO UN RIINA SE NE FA UN ALTRO: MA URGENTE, PLEASE

Morte Salvatore Riina. Il quotidiano romano Il Tempo ha saputo mettere in campo un titolo esemplare: “Vai all'inferno. È morto Totò Riina, il boss delle stragi”. Altrove si affastellano nomignoli e leggendarie vicende, e come orfani si cerca urgentemente il successore, come per una crisi di astinenza. ‘Vai all’inferno’ è il solo titolo da incorniciare, in attesa che vengano svolte le primarie per eleggere il nuovo ‘Capo dei Capi’, la nuova vergogna per questo irredimibile Paese

18/11/2017 - E’ morto Salvatore Riina, nato a Corleone il 16 novembre 1930. E' morto ieri 17 novembre 2017 nel carcere di Parma, dov’era rinchiuso per scontare 26 ergastoli: mafioso e criminale legato a Cosa Nostra, Riina era considerato il capo dell'organizzazione mafiosa dal 1982 fino al suo arresto, avvenuto il 15 gennaio 1993. Questa la notizia attorno alla quale si sprecano i commenti e i componimenti. Il quotidiano romano Il Tempo ha saputo mettere in campo un titolo giornalisticamente esemplare per realismo, compostezza ed efficacia: “VAI ALL'INFERNO. È morto Totò Riina, il boss delle stragi”.

Altrove si affastellano titoli, nomignoli e leggendarie vicende, e come orfani si cerca urgentemente il (un) successore; come per una crisi di astinenza, per non restare senza un ‘capo dei capi’ con cui rimpiazzare la perdita, per non correre il rischio di esaurire le scorte per mancanza di un “Totò il terribile”, di una “Belva”, di un “Capo dei Capi”, come se non bastasse e avanzasse 'Riina', che ben più efficacemente di ‘U Curtu’, in lingua siciliana vuol dire ‘rovina’.

E allora ‘Vai all’inferno’ è il solo titolo da incorniciare, in attesa che vengano svolte le primarie per eleggere il nuovo ‘Capo dei Capi’, il nuovo ‘Cocò il Terribile’, con cui vincere la crisi di astinenza e tornare a tessere trame leggendarie. La ferocia sanguinaria di Salvatore Riina basterebbe a volere rinunciare ai vezzeggiativi, alle consorterie deviate che vengono evocate per vagheggiare trame e vicende oscure, misteriose, non riconducibili mai ai veri responsabili, ai reali mandanti, a coloro che condividono concretamente le nefandezze di Salvatore Riina (Totò il terribile, la Belva, il Capo dei Capi, Totò u Curtu) e dei suoi sodali.

Aveva 87 anni e si dice che comandasse pure se in coma farmacologico, in un reparto per detenuti dell'ospedale di Parma, malgrado due interventi chirurgici, malgrado fosse detenuto in regime di 41 bis. Malgrado tutto ciò, si favoleggia e si strilla ai quattro venti che Salvatore Riina da Corleone fosse il ‘Capo dei Capi’, al quale trovare (ora) urgentemente un sostituto, come se tutto ciò non fosse un’onta per lo Stato, un fallimento, una defaillance senza attenuanti, un delitto contro l’umanità e contro le leggi, l’ultima e la più clamorosa disfatta, un fiasco, una resa. Una sconfitta senza appello, una rovina (questa sì), una Riina per noi tutti e per questo irredimibile Paese che mette a disposizione i mezzi pubblici di comunicazione per costruire ‘eroi’ negativi ma potenti, invincibili, forti più dello Stato, in grado di dare linfa a quell'indotto che prospera e trova vantaggio da simili 'eroi' e da questo sordido mondo criminale.

Mezzi pubblici di comunicazione impegnati a costruire un ‘eroe’ negativo (sì) ma buon padre di famiglia e buon marito, uomo tutto d’un pezzo, perché inflessibile, mai pentito, coerente e perciò uomo virtuoso. Bestia sanguinaria (sì) ma campione, assassino ma portento, prodigioso ma orco. Uno scherzo di natura, una belva (sì) ma un asso, un fuoriclasse, un genio, un gigante, un maestro della latitanza e dell’orrore, un grande, un mago, capace di sfuggire a piacimento alla Giustizia, una forza, un astro morente e non più nascente ma pur sempre un astro, una stella del firmamento criminale.
E' questo che chiediamo ai mezzi pubblici di comunicazione, la costruzione di ‘eroi’ negativi ma leggendari, favolosi?

Allora mi chiedo, cosa bisogna essere sotto questo cielo per non passare alla storia come un coglione, un cretino, un deficiente, un fesso, un idiota, uno stronzo? Con quale organismo deviato dello Stato, della mafia, delle istituzioni, della Massoneria, della politica bisognerebbe avere a che fare?

... all'inferno!

Nino Dellamici

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