Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

RAFFINERIA ENI GELA. CROCETTA CHIEDE UN VERTICE A ROMA: "GELA  NON PUÒ MORIRE"

Sicilia. Crocetta chiede convocazione di vertice a Roma su Eni di Gela. "Gela non può morire"
Palermo, 14 feb. 2017 - La lettera aperta scritta dal Presidente Crocetta ai ministeri competenti sulla situazione che sta vivendo la città di Gela sul fronte occupazionale e ambientale, in seguito allo smantellamento della raffineria Eni. “Ci saremmo aspettati – ha scritto il presidente - che il progetto di smantellamento degli impianti esistenti di una raffineria basata sul petrolio avvenisse in modo più graduale, nel senso che, a mano a mano che si avviavano i nuovi impianti si chiudevano quelli obsoleti”. E aggiunge:
“Bisogna immediatamente prevedere un piano dettagliato di interventi da avviare
immediatamente per liberare la Città da scheletri industriali inutili e offensivi del paesaggio e avviare quel risanamento delle aree che possa
consentire nuovi insediamenti produttivi”. Per queste ragioni il presidente ha richiesto la convocazione di un vertice urgente a Roma con tutti i soggetti interessati.

Ecco il testo integrale della lettera.  

       Al Presidente del Consiglio dei Ministri
       Al Ministro della Coesione
       Al Ministro dello Sviluppo Economico
       Al Ministro dell'Ambiente
       Al Presidente dell'ENI      

OGGETTO: LETTERA APERTA

Gela non può morire. Il 6 febbraio del 2014 venne sottoscritto presso il
Ministero dello Sviluppo Economico, un protocollo di intesa per la
riconversione verde della raffineria di Gela. Con sincerità ci saremmo
aspettati che il progetto di smantellamento degli impianti esistenti di una
raffineria basata sul petrolio avvenisse in modo più graduale, nel senso che, a
mano a mano che si avviavano i nuovi impianti si chiudevano quelli obsoleti.
Le cose sono andate diversamente. Sin dalla primavera del 2015 l'ENI avviò,
infatti, un progetto rapidissimo di smantellamento che ha causato problemi che
hanno avuto incidenza disastrosa sull'economia della Città; con riferimento,
non soltanto all'occupazione che ha trovato alcune blande risposte con
trasferimenti di personale, sia diretto che dell'indotto, la messa in mobilità
dei lavoratori ma soprattutto all'indotto terziario della Città che si è visto
privare di una serie di commesse importanti in tutti i settori, da quello
commerciale a quello alberghiero e manifatturiero, con conseguente riduzione
della popolazione di circa l'8% e con una disperazione sociale sempre più
diffusa.

La Regione Siciliana condivide fortemente il progetto di riconversione verde
della raffineria, poiché ritiene che il danno ambientale che ha vissuto la
Città di Gela debba essere affrontato e riparato in modo radicale,
salvaguardando prima di tutto la salute dei cittadini e il quadro occupazionale
precedente alle dismissioni.

In tale contesto, si chiede un vertice urgente a Roma con tutti i soggetti
interessati, per affrontare un piano dettagliato di interventi da avviare
immediatamente per liberare la Città da scheletri industriali inutili e
offensivi del paesaggio e avviare quel risanamento delle aree che possa
consentire nuovi insediamenti produttivi.

La Regione Siciliana, il Comune e la popolazione di Gela, hanno avuto fiducia
nei confronti del progetto dell'ENI e questa fiducia non può essere tradita.
Confidiamo nella solidarietà e nell'azione proficua del Governo nazionale per
dare risposte urgenti e immediate ai cittadini che non possono essere
abbandonati.

Rosario Crocetta

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