17/02/2017 - "Come si legge nel rapporto Eurispes, vi sono alcune regioni che negli ultimi anni hanno registrato un calo drammatico, come per esempio la Sicilia, la Calabria e il Lazio; ve ne sono altre che sono riuscite a mantenere abbastanza in equilibrio i finanziamenti oppure alcune che sono addirittura riuscite a implementarli, come l'Emilia Romagna, il Veneto, la Toscana, ma anche la Campania e Puglia".
Questo trend ha subito un'inversione di tendenza negli anni accademici. 2010/2011 (432 milioni) e 2011/2012 (392 milioni). Nell'anno seguente è stata registrata una compensazione che ha portato ad un investimento di oltre 474 milioni, subito in calo gli anni successivi (Tabella 1) ma successivamente la decrescita è proseguita in modo abbastanza costante, fino ad arrivare a 437 milioni per il 2014-2015 (ultimo anno accademico per i quali sono disponibili i dati).
Per quanto riguada i borsisti in Italia "nell'anno accademico 2014/2015 sono stati quasi 144mila, meno del 9% sul totale degli iscritti all'Università. E, secondo l'Eurispes "questo è certamente un dato allarmante e che inchioda l'Italia ad una distanza enorme da altri paesi europei come ad esempio la Francia, dove i borsisti sono in 30% degli iscritti (655mila studenti) con un finanziamento statale di 2 miliardi di euro.
Infine c'è da registrare che "l'importo medio nazionale di una borsa di studio è di circa 3000 euro: vi sono però alcune regioni che si discostano di molto da questo dato".
A sottolinearlo è il 29° Rapporto Italia, curato dall'Eurispes: il confronto con gli altri paesi europei rivela una spesa sul sistema universitario che porta l'Italia agli ultimi posti in varie statistiche. "Il Paese - si legge nel Rapporto - investe appena 1,0 % del proprio Pil nel sistema universitario contro una media UE dell'1,5% e una media OCSE dell'1,6%.
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